Qualche tempo fa alcuni controlli evidenziarono che l’Olio prodotto da diverse aziende venne spacciato per extravergine di oliva, una truffa bella e buona che costrinse catene famose come Crai e Sigma a ritirare i prodotti.
La procura di Torino condusse delle indagini sull’olio e durante queste scoprì appunto che olio normale venne commercializzato come extravergine, lo abbiamo detto più volte tra le nostre pagine che l’extravergine di oliva essendo una tipologia di prodotto pregiato e ampiamente considerato sulle tavole italiane, è maggiormente soggetto a tali ignobili tentativi di falsificazione e di frode ai danni non solo dei cittadini ma anche del prodotto stesso sacrificato a meri interessi di pochi e infangato nel nome e anche come simbolo della cucina mediterranea importante in Italia, con tali atti si compromette anche il lavoro di chi invece realizza il prodotto in maniera corretta. E’ all’ordine del giorno qualche notizia che ci riporta su questa tematica. Questi prodotti miravano a trarre in inganno gli acquirenti. La competenza territoriale di questo fascicolo è stata spostata nei luoghi di produzione dell’olio esaminato e rispettivamente a :
- Firenze
- Velletri
- Spoleto
- Genova
Ovviamente era un atto dovuto spostare la competenza nella aree ove tale frode è stata fatta nascere, e ciò risulta anche dalle parole di Armando Spataro procuratore capo di Torino che dice:
La maggiore gravità di tale reato determina la competenza delle Procure della Repubblica sopra indicate in quanto i luoghi di produzione degli oli oggetto delle indagini si trovano nei loro rispettivi circondari.
Dopo queste indagini i supermercati coinvolti hanno preso provvedimenti al riguardo e lo dice la presidentessa di Fida-Confcommercio Donatella Prampolini che ha subito dichiarato di avrebbe fatto ritirare dagli scaffali i prodotti coinvolti nell’indagine della procura di Torino relativa all’olio extravergine di oliva dalle catene ove queste erano coinvolte quindi Crai e Sigma. Questa purtroppo è l’ennesima storia di inganno e frode che vi andiamo a narrare, purtroppo i controlli sono ancora troppo lenti se pur oggi possono garantire un livello di efficienza alto, ma non bastano perché tali truffe sono scientemente organizzate e vanno a considerare un prodotto solo come tale invece che come un qualcosa che è diventato un simbolo delle tavole italiane e della cucina mediterranea, quello che viene – a ragione – definito come l’oro verde è sacrificato da questo genere di azioni al commercio senza anima. Per chi lavora e vuole fornire un prodotto invece alto garantendo trasparenza e qualità questo genere di truffe è un danno di immagine che arriva per vie traverse a colpire anche i produttori onesti. La crisi purtroppo porta anche a compiere maggiori frodi ai danni dell’italinità di un prodotto, a danno della giusta coltivazione e spremitura nel caso dell’oliva e cose affini, noi pensiamo che con tali stratagemmi ingiusti non si esca prima dalla crisi ma che anzi questi contribuiscano ad aggravarla perché deve sempre e comunque esistere un etica nelle cose e anche nelle produzioni. E’ un bene che ad oggi le indagini siano così efficaci da smascherare questo tipo di approccio alla produzione e alla commercializzazione.