In questa iniziativa che definire innovativa ancora non rende l’idea, sono stati coinvolti enti come la Camera di commercio e l’università di Firenze impegnate per lo studio sulla tracciabilità
La notizia è recente ed è stata rivelata dall’agenzia ANSA il 18 aprile.
Sembra che un algoritmo matematico sia stato studiato per svelare il reale luogo di origine dell’ olio extravergine d’oliva.
Un obiettivo che si pone questo che al momento è uno studio – magari involontariamente se lo pone attualmente ma di fatto lo realizzerebbe se andasse a buon fine – è quello del contrasto alla contraffazione dell’oro verde. Questo studio pilota sulla tracciabilità già suscita grandi aspettative da parte di tutti quei produttori che stanno facendo una guerra all’olio di importanzione e che nel corso dei mesi scorsi hanno protestato scendendo in piazza in diverse città d’Italia.
Lo studio in questione si chiama Geoevo sigla che sta per: Geolocalizzazione dell’olio extravergine d’oliva ed è frutto di una convenzione messa in piedi tra la Camera di Commercio di Firenze e il dipartimento di Scienze della terra dell’università di Firenze. Questo studio Lo studio intende sviluppare un metodo d’indagine con cui sarà possibile accertare la provenienza di un determinato quantitativo di extravergine che verrà opportunamente prelevato per l’analisi delle sue componenti geochimiche.
Il presidente della Camera di commercio di Firenze ha detto:
La scoperta di nuove frodi in questo settore evidenzia ancora di più gli aspetti rivoluzionari del progetto. Il consumatore avrà la certezza della provenienza dell’olio che acquista oltre a prove di genuinità utili per confrontare salubrità e prezzo. Inoltre la filiera verrà salvaguardata nella sua più importante risorsa, la qualità.
Pensiamo unicamente ad un fattore legato alla provenienza di quell’alimento che fa parte dei simboli di una cucina e anche delle specificità territoriali, appunto l’olio extravergine di oliva, e capireemo che ogni territorio ha delle caratteristiche mineralogiche chiare e definite, conosciute dai ricercatori che svolgono questo progetto pilota.
Tra queste determinate caratteristiche spiccano:
- gli elementi chimici presenti nell’ambiente
- le biodisponibilità nel suolo
La conduzione di una serie di analisi su singoli campioni sia di olio sia legati al suolo di provenienza dello stesso potrà far individuare la concentrazione e la natura degli elementi che trovano traccia nell’olio e nei suoli.
La finalità in questo caso è quella di costituire un vero e proprio database e quel successivo modello matematico in grado di fornire informazioni utili per comprendere da quale territorio proviene un determinato olio.
Un algoritmo in tal senso non solo contribuirebbe ad analisi successive ancor più approfondite ma determinerebbe nell’immediato il carattere dell’olio analizzato, la provenienza appunto e consentirebbe di evitare frodi anche di grande portata sia sull’etichettatura sia ai danni di onesti olicultori che ormai già da tempo denunciano tramite la Coldiretti tentativi di immissione nel mercato di extravergini che tali non sono, di dubbia provenienza e che fiaccano il commercio italiano di quello che è appunto un simbolo della Cucina Mediterranea.
La conoscenza di determinate circostanze legate al terreno e ad un prodotto arrivano come una notizia che in molti attendevano, aspettiamo di comprendere lo sviluppo di questo progetto pilota.